Denominazione
Geolocalizzazione
Santa Croce di Magliano (CB)
Percorso
Il percorso processionale della festa in onore di Sant’Antonio di Padova prevede il 12 e il 13 giugno (dagli ultimi cinque anni a questa parte) un lungo giro che i carri effettuano e che parte dalla zona denominata Belvedere “Pietro Mastrangelo” (Viale Canada) – luogo di ritrovo dei carri – per poi percorrere le principali arterie del paese fino a giungere nel centro cittadino, in prossimità della Chiesa Madre – Sant’Antonio di Padova…
Descrizione
La festa di Sant’Antonio di Padova è un cerimoniale caratterizzato dalla sfilata di carri trainati da bovini che i devoti santacrocesi allestiscono in onore del Santo Patrono, Sant’Antonio di Padova.
Il 12 giugno è noto come “u vèspre”, infatti subito dopo lo sparo del mortaretto, che funge da richiamo ai carri, questi raggiungono viale Canada in zona Belvedere “Pietro Mastrangelo”, da dove muoveranno alla volta della Chiesa Madre (Sant’Antonio di Padova) per ricevere la benedizione subito dopo la messa vespertina, il vespro per l’appunto. Prima però i carri percorreranno un lungo itinerario che è stato ampliato con l’annessione di più strade, dal 2019, per volontà della Parrocchia e del Comitato Festa con l’approvazione dei Carrieri – scelta dettata dall’incremento del numero dei carri.
La numerazione dei carri definita a seguito del sorteggio che ha luogo nella Chiesa Madre la sera del 9 giugno di ogni anno, subito dopo la messa dedicata ai Carrieri, stabilisce l’ordine di sfilata dei carri durante i due cortei processionali del 12 e del 13 giugno: il carro n.1 apre la processione, l’ultimo numero (attualmente fissato al n. 29) la chiude, trovandosi così davanti al Santo, la cui statua verrà portata in processione il 13 giugno con una nutrita folla di devoti a seguito.
I carri, sul far della sera, giunti lungo Corso Umberto I – nel centro cittadino – uno ad uno, imboccano la salita di Via della Chiesa, sul cui sagrato il parroco li attende per impartire la benedizione; al passaggio di ciascun carro segue un fragoroso applauso da parte dei fedeli assiepati ai lati. Di lì risaliranno diretti verso via XX settembre, per poi dividersi: ognuno farà rientro nelle proprie sedi, dove continueranno i festeggiamenti e gli ultimi preparativi alla vigilia dei solenni festeggiamenti del giorno seguente, il tanto atteso 13 giugno.
Al calare della notte si accendono le maestose arcate di luminarie – eccellenza dell’artigianato santacrocese – al di sotto delle quali l’indomani mattina procederanno i carri; queste luminarie, insieme alle lucerne votive affisse ai balconi recanti la lettera “A” (iniziale di Antonio), illuminano ogni casa del paese.
Al mattino del 13, Santa Croce di Magliano si desta all’alba: mentre i fuochisti provenienti dalle vicina Puglia (con cui Santa Croce, mediante il rito dell’ultimo sabato di aprile, mantiene tutt’ora salda la comunanza dei cerimoniali legati alla pratica della transumanza) sistemano a bordo strada o nelle due piazze del paese le lunghe batterie di “spari” – i fuochi pirotecnici che di lì a poche ore verranno sparati durante il giro processionale al passaggio del Santo Patrono, come vuole la tradizione – molti carri si recano all’Istituto Sacro Cuore per ricevere la benedizione mattutina (non tutti i carri partecipano, in quanto da statuto non vi è alcun obbligo).
Di lì segue la tradizionale colazione che anima le case dei carrieri, con lunghe tavolate imbandite (non vi sono particolari cibi rituali ma sicuramente si predilige il consumo di prodotti locali).
Subito dopo, poco prima di mezzogiorno, ci si ritrova tutti nuovamente in zona Belvedere, luogo di ritrovo dei carri: i carri si avviano, scendendo per Via del Sole verso Corso Umberto I, mentre la statua del santo patrono esce dalla Chiesa Madre e sosterà per alcuni minuti per Via della Chiesa, per consentire ai carri di procedere uno ad uno, sfilandovi davanti. Il corteo è una lunga e ininterrotta fila in cui si susseguono, di carro in carro, le note e le strofe del canto devozionale della Carregna – un canto monodico che ripercorre le fasi della vita del Santo; il tutto è reso ancora più suggestivo dallo scampanio proveniente dalla chiesa, dal suono dei campanacci al collo dei bovini e dal sovrapporsi dei muggiti degli animali.
Seguono i carretti piccoli, trascinati a mano dai bambini, e gli stendardi, che rappresentano un elemento peculiare del cerimoniale di Sant’Antonio di Padova a Santa Croce di Magliano, le cui origini sono anch’esse da ricollegare ai carri: in passato coloro che non possedevano un carro ricorsero alla realizzazione di questo tipo di struttura per onorare il Santo Patrono.
Lo stendardo è una struttura in legno, a forma di doppia croce, alta circa cinque metri tutta rivestita con nastri colorati e foulards e sostenuta secondo un ingegno molto particolare: un uomo regge in equilibrio l’asta, ai due lati due persone tengono in tensione ognuna una corda legata alla sommità della croce, da dietro una donna reca un lungo bastone utilizzato come sostegno nelle fasi di avvio e fermata.
Durante il tragitto la processione interrompe la marcia per permettere le accensioni di spari e mortaretti pirotecnici. I carrieri dei carri che praticano ancora la questua, durante la processione si aggirano fra la folla recanti la tradizionale borsa in cuoio e, con l’espressione “ca cose pu carre”, fanno richiesta di un’offerta, anche minima, da destinare al carro e implicitamente alla festa di Sant’Antonio.
Giunti a metà strada, all’incrocio di Via XX Settembre con Via Pisanelli, la processione dei carri svolterà su quest’ultima per raggiungere Via Borgo Casale e di lì, nuovamente, Viale Canada – zona Belvedere “Pietro Mastrangelo” dove avrà luogo il saluto al Santo Patrono: i carri si posizionano ai due lati della strada, la statua di Sant’Antonio di Padova avanzerà verso il centro fino a collocarsi nel mezzo, tra i carri disposti in due lunghe file. Quello del saluto al santo patrono è sicuramente fra i momenti più emozionanti del rituale; infatti, a conclusione della preghiera di raccoglimento, incessante il suono dei campanacci che i carrieri scuotono in segno di acclamazione e di devozione. Di lì, la processione riprende e avanza per primo Sant’Antonio, portato in spalla durante tutto il percorso dai membri della Confraternita, un tempo dai santacrocesi che portavano il suo nome; sulla statua del patrono, il giorno del 13, viene adagiato una sorta di pallio sul quale è impuntato l’oro che i devoti santacrocesi hanno donato come ex-voto (spille, collane, orecchini); in corrispondenza dei piedi la statua è cinta da una composizione di fiori.
Una volta che il simulacro del santo patrono giunge in prossimità del Largo del Passeggio, risalirà per Via della Chiesa per fare il suo rientro nella Chiesa Madre a lui intitolata, mentre i carri man mano defluiscono.
Dopo un lauto pranzo, nel tardo pomeriggio del 13 si svolge l’asta dei carri, che contribuisce insieme alla questua porta a porta condotta dal Comitato Festa e ai soldi raccolti durante il giro processionale, alla copertura delle spese complessive della festa.
Durante l’asta si vendono animali da cortile – capponi, papere, conigli, galline – e prodotti caseari che sono stati donati ai carri, precedentemente, durante la questua nell’agro circostante (detta nel dialetto locale “a cerc”, proprio perché allude all’atto del cercare e del chiedere): pratica tradizionale, dallo sfondo agro-pastorale, che vede i carrieri recarsi presso le aziende agricole del territorio, portando con loro il carro rivestito di un telo semplice e provvisorio – senza animali – ma installato su di un mezzo a motore (spesso si tratta di un camion) con un’icona raffigurante Sant’Antonio.
L’asta è un’occasione sociale particolarmente vivace e lieta in cui il banditore, scelto tra i personaggi locali più capaci e abili nel convincere e invogliare all’acquisto, interagisce direttamente con il pubblico imponendo (o quasi) lo sforzo contributivo, e che denota con notevole icasticità la rete densa e intima di rapporti di conoscenza, complicità e sintonia tra famiglie e persone sulla scena della festa.
Nella tarda serata del 13 i Carrieri e la comunità intera attendono che il Comitato Festa rendiconti pubblicamente gli esiti del bilancio; la curiosità collettiva innesca un vero e proprio clima di trepidazione, a conclusione di una lunga due giorni di festa e in chiusura della Tredicina, tredici giorni di smisurato impegno e di sentita devozione.
Notizie aggiuntive
La festa di Sant’Antonio di Padova – per quanto concerne l’allestimento dei carri – è andata articolandosi in diverse fasi; i primi carri grandi trainati da bovini figurano sulle scene del cerimoniale negli anni Cinquanta del XX secolo per poi subire un’improvvisa battuta di arresto. Più tardi, sui primi anni Settanta, grazie all’impegno di alcuni personaggi locali, allevatori e proprietari terrieri, vi sarà un recupero concreto della pratica. Francesco Casciano, ultimo esponente di quella che è stata definita la “vecchia scuola” della tradizione agropastorale locale – intervistato nel giugno 2020, poi scomparso l’anno successivo a causa del Covid-19 – racconta questo passaggio storico della tradizione della festa di Sant’Antonio: citando aneddoti, menziona nomi di giovani allevatori che ripresero la pratica del carro; si tratta di allevatori delle famiglie Cosco e Ciarlo, iniziatori di questa nuova fase della tradizione, per un numero iniziale di circa 3 carri, a cui seguirà un quarto carro nel 1982, della famiglia Foschini-Mascia- Colombo. Nei primi anni 2000 il numero dei carri era ancora inferiore a dieci, per poi salire vertiginosamente intorno al 2010.
I carri del cerimoniale di Sant’Antonio di Padova, quanto alla tipologia, sono sostanzialmente carri agricoli o “a botte”. La prima tipologia, quella del carro agricolo, si rifà al modello del carro calabrese, ed era destinata in passato al trasporto di covoni, così come sostengono gli anziani e gli artigiani delle due botteghe presenti in paese, tuttora in attività e che ancora realizzano carri e ruote. La seconda tipologia, quelli del carro “a botte”, si caratterizza per proporzioni minori e nasce propriamente come carro da cerimoniale.
Entrambe le tipologie di carro presentano la struttura in legno con l’intelaiatura ad arco.
Tratto distintivo dei carri del cerimoniale di Sant’Antonio di Padova a Santa Croce è la bandiera, che rifinisce la vestizione del carro; si tratta di un drappo dello stesso colore delle stoffe che rivestono il carro e che, una volta stirata, viene fissata con chiodi su di un’asta che andrà poi inserita all’interno di un incastro fissato lungo il timone. La bandiera, sventolando, anticipa l’arrivo del carro.
La bandiera reca spesso la scritta “W Sant’Antonio” o l’intestazione della famiglia titolare del carro.
Vi è, ancora, un altro caratteristico elemento noto come ceppo, un pezzo di legno che richiama una sorta di ramo, che verrà incastonato nel timone del carro sul quale i carrieri appendono, quasi a volerli esporre, i prodotti della produzione casearia locale e della realtà agropastorale (in genere scamorze e caciocavalli); gli anziani raccontano che al ceppo andassero esposti gli stessi prodotti donati al carro durante la questua nelle campagne, oltre che il piccolo saio di Sant’Antonio…
Cronologia
Del culto a Sant’Antonio di Padova da parte dei santacrocesi fanno fede non solo la tradizione (dove i carri compaiono per la prima volta negli anni Cinquanta del XX secolo), ma anche documenti scritti di rilevanza storica dell’Archivio Diocesano: il Vescovo Tria nel Sinodo diocesano celebrato nel 1728 afferma che nella città di Santa Croce di Magliano si celebra Sant’Antonio di Padova, come “Patrono principale e titolare della Chiesa” e che già da allora venisse portata una sua icona in processione il 13 giugno.
Dato sensibile che ha portato a rivedere la titolarità di Patrono attribuita in un primo momento a San Giacomo, venerato il 25 luglio. Pertanto, considerata la sempre più forte religiosità popolare mostrata nei confronti del Santo di Padova – proprio con l’allestimento dei carri nel corso degli ultimi cinquant’anni – e il dato storico delle Memorie del Tria, nel 2002 venne ufficializzato patrono della comunità di Santa Croce di Magliano, con nota del Vescovo Valentinetti, Sant’Antonio di Padova. La festa in onore di Sant’Antonio di Padova si svolge ogni anno il 12 e il 13 giugno, con l’aggiunta di recente di una terza giornata, quella del 14, detta dei “Carrieri in festa”, durante la quale i titolari dei carri dopo la due giorni vissuta in processione, con le proprie famiglie e con il resto della comunità si ritrovano in piazza per un ricco banchetto, e i carri vengono lasciati in esposizione lungo Corso Umberto I.
Ulteriori informazioni
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Ambiti UNESCO
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La documentazione audio del seguente cerimoniale è presente a questo link.