Denominazione

  • Il gioco della tuzza (denominazione ufficiale della pratica)

  • Tuzza (denominazione consuetudinaria impiegata dalla comunità locale)

Geolocalizzazione

Colli a Volturno (IS)

Descrizione

Il tradizionale gioco della tuzza si svolge a partire dal tardo pomeriggio del sabato precedente alla Domenica delle Palme presso la sede della Società di Mutuo Soccorso “Sant’Antonino Martire e Sant’Antonio da Padova” a Colli a Volturno, con la partecipazione dei numerosi soci e della popolazione locale.

Il gioco consiste nel “far cozzare le uova” (Baccari 1930: 29), ovvero nello scontro tra due uova per ogni turno, e si conclude con la vittoria del concorrente che rimane con l’uovo integro; il premio in palio corrisponde all’insieme delle uova utilizzate (siano esse intere o non).

La competizione è coordinata da quattro figure dette fuorigioco: il capotuzza che verifica la validità della partita, il vice capotuzza che affianca e sostituisce il capo in sua assenza, e i due bigliettari che estraggono i nomi dei partecipanti ed eliminano dalle schede di ogni giocatore le uova rotte.

È prevista la creazione di due basi dalla forma rotonda e di grandezza differente, realizzate con la sabbia o la cenere; sulla base più estesa vengono sistemate le uova (generalmente tra le 240 e le 300) in modo che assumano la forma di una di spirale. Il numero complessivo delle uova presenti corrisponde ad un multiplo di sei, in quanto ogni concorrente acquista una cartella con sei uova come dote (Gioielli 1999). L’uovo al centro della spirale si contraddistingue per un segno generalmente eseguito con un pennarello o una matita (e che nel secolo scorso veniva effettuato col carbone).

Durante l’acquisto della dote, ogni partecipante adotta il proprio nome di battesimo o sceglie un soprannome o un nomignolo, spesso legato alla storia della propria famiglia, che viene scritto sulla propria tessera di gioco; quando tutti i concorrenti hanno a disposizione le proprie uova, ha inizio la tuzza.

Da un cappello o da una scatola vengono sorteggiati i nomi di due concorrenti alla volta, i quali dovranno scontrarsi tra loro; il primo farà da incudine, il secondo da martello. Ad ogni turno, necessariamente, una delle due uova si romperà, facendo così ridurre la dote del suo proprietario. L’uovo rotto viene scartato, mentre quello vincente viene contrassegnato e andrà a formare un’altra spirale, su una base più piccola. Gradualmente il numero totale delle uova della dote si dimezza, e si protrae l’alternarsi delle uova integre da una spirale ad un’altra.

La tuzza termina soltanto con lo ‘scontro finale’ tra gli ultimi due concorrenti ancora in gara e con la vittoria di colui che rimane con l’uovo integro. È possibile, tuttavia, in base alla volontà dei finalisti, concludere la partita anche in parità, ovvero senza vincitori né vinti e con la rispettiva divisione della dote tra i due.

Notizie aggiuntive

Come ricordano Gioielli (1999: 15) e Baccari (1930: 29), tale pratica pasquale, chiamata egg tapping o egg knocking in Inghilterra, è conosciuta anche come Tuzzo in altre località della regione e della penisola. Sono molteplici le comunità italiane ed europee in cui sono attestate pratiche ludiche pasquali con le uova; in Molise, oltre al gioco della tuzza (noto anche come “uovo contro uovo”), vi sono la calarella (o “uovo rotolante”), l’uov ‘mbis (o “uovo appeso”) e l’uov cecat, detto anche “uovo cieco” (Gioielli 2002: 43-44).

Oltre a Colli a Volturno, il gioco della tuzza è attualmente svolto anche presso Roccaravindola, una frazione di Montaquila (IS); tuttavia, fino al termine del secolo scorso, esso aveva luogo in vari paesi della Valle del Volturno, nello specifico a Scapoli, Cerro, Fornelli, Rocchetta, Filignano e Macchia d’Isernia (Gioielli 1999: 16).

I diversi intervistati raccontano che tale pratica, soprattutto in seguito alla Seconda guerra mondiale, veniva organizzata anche più di una volta nelle due settimane precedenti alla Pasqua, presso le abitazioni delle singole famiglie collesi. Oltre alla preparazione di cibi tradizionali locali, era previsto l’accompagnamento musicale di strumenti o delle prime radio che allietavano la lunga competizione e la arricchivano con danze e suoni. In quelle occasioni, le uova non venivano acquistate ma ogni partecipante portava con sé la propria dote; al termine del gioco, inoltre, il vincitore divideva le uova con la famiglia ospitante e le quattro figure fuorigioco.

Tuttora, durante la competizione, i vari partecipanti e gli spettatori, per smorzare le lunghe attese del gioco, spesso superiore addirittura alle cinque ore, dialogano e scherzano tra loro, ballano e consumano dolciumi e pietanze tipiche del periodo pasquale, condividendo unitamente un momento di convivialità e leggerezza.

L’uovo, oltre a custodire molteplici valenze simboliche legate alla nascita e alla rigenerazione, così come alla fecondità e alla purezza, rappresentava un elemento di ricchezza dal punto di vista materiale e alimentare. Nel secolo scorso, infatti, il gioco della tuzza era particolarmente frequentato proprio perché dava la possibilità di vincere un gran quantitativo di uova, utilizzabile per la preparazione, durante la Settimana Santa, di cibi e dolci tipici pasquali (casciatelli, fiadoni, pigne, biscotti) e soprattutto della frittata di Pasqua o “dalle cento uova”, cucinata da ogni famiglia collese nella giornata del Sabato Santo…

Cronologia

Non vi sono fonti scritte che forniscano una data certa sulla presenza dell’elemento a Colli a Volturno; tuttavia, molteplici testimonianze orali confermano lo svolgimento della tuzza già sul finire dell’Ottocento.

Il gioco pasquale ha visto nel corso del Novecento molteplici interruzioni e un’effettiva ripresa successivamente al secondo conflitto mondiale, con la sua organizzazione all’interno delle abitazioni collesi. Soltanto negli anni Ottanta, ha subito un processo di promozione per mezzo della Società di Mutuo Soccorso ‘Sant’Antonino Martire e Sant’Antonio da Padova’, soprattutto in seguito ai molteplici eventi sismici che hanno coinvolto il territorio, tra cui quello del 1984.

La pratica viene svolta generalmente il sabato precedente alla Domenica delle Palme.

L’ultima edizione della tuzza ha avuto luogo a Colli nel 2015; successivamente, la pratica è stata interrotta a causa dell’impossibilità di conciliare tale manifestazione con La Via Dolorosa, rappresentazione sacra della Passione e Morte di Gesù, e con il sopraggiungere dell’emergenza sanitaria del Covid-19.

È prevista, per la serata di sabato 1° aprile 2023, la ripresa della manifestazione.

Ulteriori informazioni

La comunità collese riconosce l’elemento come parte integrante del proprio patrimonio storico- culturale, occupandosi dell’organizzazione del gioco tradizionale e partecipando con entusiasmo ad esso. Sia per i soci della Società di Mutuo Soccorso sia per le loro famiglie e per il resto della popolazione, tale manifestazione è considerata come un momento di intrattenimento e di aggregazione sociale in prossimità della Pasqua.

L’elemento è trasmesso oralmente e in maniera informale all’interno della comunità locale, principalmente mediante l’operato della Società di Mutuo Soccorso, organizzatrice dell’evento annuale.

La promozione della pratica intende riportare in auge lo stesso gioco popolare, strettamente correlato anche all’attività culinaria pasquale, tra cui compare la preparazione della tipica frittata dalle cento uova, permettendo la costruzione e il rafforzamento del legame con le proprie tradizioni e origini. 

Trattandosi di una pratica a cui partecipano maggiormente gli adulti e i più anziani, la Società di Mutuo Soccorso auspica un avvicinamento e un maggior coinvolgimento dei bambini e dei giovani.

La conservazione e la futura prosecuzione dell’elemento sono fortemente minacciate dalla attuale limitata partecipazione dei giovani, a differenza di quanto accadeva nel secolo scorso, in cui tale gioco era addirittura considerato “giovanile” (Baccari 1930: 29), e, al tempo stesso, dalla promozione di altri eventi culturali che coinvolgono il paese e la comunità, riducendo la disponibilità dei cittadini collesi nell’organizzazione e nell’adesione della manifestazione.

Soggetti coinvolti

Società di Mutuo Soccorso “Sant’Antonino Martire e Sant’Antonio da Padova” di Colli a Volturno
Corso Guglielmo Marconi, 32 - 86073 Colli a Volturno (IS)

Elementi strutturali

  • Raduno della comunità locale

  • Creazione di due basi di gioco

  • Acquisto della dote

  • Adozione di un nomignolo o soprannome per la competizione

  • Estrazione di una coppia di giocatori per ogni turno

  • Scontro

  • Graduale dimezzamento del numero delle uova

  • Vittoria  

  • Preparazione e consumo di cibi rituali

Tag

Ambiti UNESCO

  • Riti e Pratiche Sociali

Categoria del bene

  • Gioco

Photo Gallery

Baccari P., Appunti di folk-lore molisano, Napoli, A. Miccoli, 1930, p. 29.

 

Gioielli M., La tuzza, antico gioco con le uova, in «Saperi territorializzati: una raccolta di studi brevi sull’Alta Valle del Volturno», Roma, Autoproduzioni CISAV, 2021, pp. 31-32.

 

Gioielli M., Antichi giochi popolari con le uova. Nei paesi molisani dell’alto Volturno si pratica la “tuzza”, in «Extra», XI, n. 35, 8 ottobre 2004, pp. 16-17.

 

Gioielli M., Etnomemorie, Campobasso, Palladino Editore, 2002, pp. 43-44. 

 

Gioielli M., La tuzza. Un gioco popolare del periodo pasquale, in «Utriculus», anno VIII, n. 3 (31), luglio-settembre 1999, pp. 15-17.

 

Vincelli G., Isernia e la Valle del Volturno, in Lombardi Satriani L.M., Santi, streghe e diavoli. Il patrimonio delle tradizioni popolari nella società meridionale e in Sardegna, Firenze, Edizioni Sansoni, 1971, pp. 138-144.

Esterina Incollingo con la partecipazione di Michele Amodei, Angela D’Acchioli, Addolorata D’Alessio, Lorenzo D’Alessio, Claudio Izzi, Franco Paniccia, Severine Ucci, membri della Società di Mutuo Soccorso ‘Sant’Antonino Martire e Sant’Antonio da Padova’ (come soggetti intervistati)