Denominazione
Geolocalizzazione
Jelsi (CB)
Percorso
La mascherata di Carnevale ha luogo per tutte le vie del comune di Jelsi, per poi fermarsi nel piazzale che incrocia Via Guglielmo Giudice e Via Giurista Michele Testa, dove avviene lo spettacolo “U’ Ball dell’Urz”.
Descrizione
Dal 2008 va in scena a Jelsi uno spettacolo teatrale e musicale, che si ispira all’antica messa in scena carnevalesca dell’Orso. Attualmente lo spettacolo ha come filo conduttore la ballata “Il Ballo dell’Uomo Orso”, scritta da Pierluigi Giorgio, e cantata notoriamente da un tenore. Tutta la manifestazione è accompagnata da una piccola banda musicale. I personaggi che figurano nella pantomima sono l’Orso, L’Aiutante del maestro che tiene in catena l’orso, il Maestro domatore che dirige e fa ballare l’orso, ed infine le figure che rappresentano la comunità Jelsese (il Sindaco, il Maresciallo, il Prete, la Popolana, i Bambini, l’Ubriacone). Lo spettacolo si compone di diversi momenti, legati al percorso dell’Orso. Si può infatti assistere alla cattura dell’Orso, alla sua domatura (tramite le ripetute bastonate ed umiliazioni che i vari personaggi gli impartiscono), alla sua morte (apparente) ed infine alla liberazione, ma solamente dopo che quest’ultimo ha finalmente imparato il “ballo”. Gli attori, in particolare il Maestro, improvvisano frasi adattando la ballata a diverse situazioni.
Durante la giornata della manifestazione, in ripresa dell’antica tradizione e prima che si metta in scena lo spettacolo, orientativamente nel pomeriggio tra le ore 17.00 e le ore 18.30 (l’orario può variare), i personaggi sfilano per le vie del paese, rincorrendo l’Orso ed andando di porta in porta ad accogliere scherzosamente i cittadini. Alla sfilata sono solite partecipare anche maschere provenienti da altre regioni Italiane (i soggetti possono variare di anno in anno). L’esibizione, ovvero lo spettacolo sceneggiato e ballato, ha luogo subito dopo nel tardo pomeriggio, ed avviene nel piazzale che incrocia Via Guglielmo Giudice e Via Giurista Michele Testa, in prossimità di una targa monumento contenente l’iscrizione della ballata.
Durante la rappresentazione, in molti casi le abitazioni circostanti diventano parte integrante del palco (gli attori si affacciano dalle finestre e dai balconi per gridare le proprie battute).
Lo spettacolo inizia con una introduzione musicale eseguita dalla piccola banda che accompagna la serata. Delle attrici, vestite con abiti tipici della tradizione agro-pastorale, corrono tra gli spettatori urlando spaventate: nella finzione scenica hanno avvistato una bestia rassomigliante al diavolo. Si tratta in realtà dell’Orso, che inizia ad emettere versi terrificanti tra la folla, per poi fuggire. Subito dopo entrano in scena nuovi personaggi, come ad esempio il Sindaco, che affacciandosi da una delle finestre sgrida le figure sottostanti rimproverando loro di averlo disturbato durante il sonno, ma subito dopo prende nota, anche lui terrificato, di cosa sta accadendo per la strada. A questo punto si sentono varie grida che chiedono di catturare la bestia, tra queste figurano anche quella del Prete, che invita tutti a rifugiarsi in chiesa, e quella del Sindaco, che dopo essersi ricomposto ha raggiunto i suoi compaesani. In un istante di confusione ricompare l’Orso, e così tutti i personaggi cercano di catturarlo, ma falliscono.
Proprio in questo momento si inizia a sentire il ritornello della Ballata:“Piglialo, piglialo! Non lo mollare, Piglialo, piglialo per carità, Acciuffalo, afferralo che possa pagare, le nefandezze, le oscenità!”. Il Maestro ed il suo Aiutante riescono infine ad incatenare l’animale e a domarlo, con l’intento che l’Orso possa imparare il “Ballo”. Il Maestro grida “Fai vedere ai signoi come sei bravo, balla!”. L’Orso performa diverse acrobazie interagendo con gli altri personaggi, e ricevendo persino la benedizione del Prete. L’esibizione finisce quando l’Orso è stato propriamente domato ed il ”Ballo” è stato imparato, così che tutti gli abitanti del paese possano tirare un respiro di sollievo.
Notizie aggiuntive
Le prime fonti, ovvero i testimoni che nel primo decennio degli anni Duemila vennero intervistati, asseriscono che all’inizio del Novecento, a Jelsi, si era soliti festeggiare il Carnevale con la figura della maschera dell’Orso. In passato, la tradizione riguardava solamente il personaggio del Maestro, che con catene e bastone guidava un uomo vestito di pelli e corna per le strade e le case del paese gridando “Balla orso, Balla olè”. I proprietari di casa offrivano cibo, di solito dolci (molto spesso si trattava di struffoli, dolci tipici del Carnevale) o biscotti.
Il ballo dell’Orso cadde in disuso a seguito della Seconda Guerra Mondiale, e per molti anni a Jelsi si sono celebrate mascherate di Carnevale tradizionali, senza che venisse fatto alcun riferimento a questa usanza. Grazie ad un lavoro di recupero da parte di alcuni membri della comunità e dell’attore e regista molisano Pierluigi Giorgio è stato possibile riprendere questa maschera. Nel rivisitare e modernizzare la tradizione carnevalesca di Jelsi, anche la maschera dell’Orso ha subito delle modifiche rispetto al passato. In passato “l’Orso” presentava un costume meno elaborato, che…
Cronologia
Le prime fonti riguardanti l’origine della maschera dell’Uomo Orso di Jelsi risalgono al primo ventennio del XX secolo. La mascherata dell’Orso di Jelsi si è interrotta con la Seconda Guerra Mondiale, per poi essere recuperata ed innovata a partire dal 2008.
La rappresentazione artistica del Ballo dell’Orso, strettamente legata al Carnevale, non si svolge durante il martedì Grasso, ma ha solitamente luogo la domenica che precede il Carnevale, o quella successiva. La periodicità è annuale.
Ulteriori informazioni
Soggetti coinvolti
Email: mascherezoomorfe@gmail.com