Denominazione
Geolocalizzazione
San Martino in Pensilis (CB)
Percorso
Il percorso del cerimoniale competitivo di San Martino in Pensilis – e dunque della Carrese in onore di San Leo – prevede nella tarda mattinata del 30 aprile una prima tappa che consiste nella benedizione dei carri e dei buoi presso la Chiesa Madre – San Pietro Apostolo. I carri, subito dopo, percorrendo a lungo passo Via Marina si dirigono al tratturo fino a giungere al luogo in cui è prevista la partenza della corsa, ovvero in prossimità della masseria Macrellino…
Descrizione
La Carrese in onore di San Leo – patrono di San Martino in Pensilis – è un cerimoniale competitivo che prevede una corsa di carri trainati da buoi e sospinti da cavalieri a cavallo.
Sono tre i carri che corrono la Carrese a San Martino, ciascuno con i propri colori sociali ciascuno col suo
nutrito seguito di sostenitori: il carro dei “Giovani”- nato nel 1897, dai colori bianco-celeste, il carro dei “Giovanotti” – nato nel 1919, dai colori giallo-rosso e il carro dei “Giovanissimi” – costituitosi di recente nel 2006, dai colori giallo-verde.
Tutti, indistintamente, accomunati dalla forte devozione verso San Leo e dalla millenaria tradizione della Carrese in suo onore.
Il 29 aprile, a riprova che i cibi consumati cambiano secondo le diverse occasioni ritualizzate, in molti a San Martino mantengono la tradizione di cucinare seppie e piselli, piatto che viene storicamente associato al pranzo di vigilia, preparato nella comunità di carro dalle donne; nel pomeriggio i sostenitori di ciascun carro si ritrovano, animano un festoso corteo di auto e di bandiere sventolanti che recano i colori sociali delle tre fazioni (soprannominato dai sammartinesi “il giro del 29”) – si parte dal luogo della partenza della corsa dei carri, per poi risalire verso il centro cittadino, anticipando e percorrendo l’itinerario della corsa del 30 di aprile
Nella notte del 29 viene organizzato da ciascuno dei carri partecipanti l’indomani alla corsa uno spettacolo di spari pirotecnici che anticipa la competizione carristica dell’indomani.
Al termine di ciascuna delle esibizioni pirotecniche, viene accesa una lunga sequenza di spari, chiamata “catena”. La catena è un omaggio all’antico ruolo del cateniere che un tempo tirava la catena innanzi ai buoi in corsa (figura che non esiste più nel cerimoniale): un uomo trascina la simbolica “catena” di spari accesa portandosela dietro fin sotto l’Arco di Porta San Martino e quindi dinanzi al sagrato della Chiesa mentre, contemporaneamente, un gruppo di cantori del carro esegue la laudata di San Martino in Pensilis in onore di San Leo.
Secondo la tradizione, se la “catena” si spezza in corsa, cioè mentre viene trascinata scoppiettante verso il sagrato, l’eventualità che la catena si spezzi in corsa viene interpretata di cattivo auspicio per il risultato del carro nella competizione rituale dell’indomani. Dunque, l’esplosione della catena è da leggersi come la parte più spettacolarizzata del sistema festivo in questione, utilizzata al contempo in chiave devozionale e divinatoria, e certamente di socializzazione – pura e semplice.
Il 30 di aprile è il giorno della corsa dei carri, il giorno in cui “si cala”, come dicono a San Martino: nella tarda mattinata, alle ore 13:00, ciascuno dei carri raggiunge il sagrato della Chiesa Madre – San Pietro Apostolo per ricevere la benedizione del parroco; segue, subito dopo, l’esecuzione del canto della Carrese in onore di San Leo fra la trepidazione e la commozione dei presenti.
Di lì i carri scendono diretti al luogo fissato per la partenza della corsa, passando per il tratturo.
Al tratturo, quando i carri risaliranno – durante la corsa – avverrà la “svicita” ovvero il cambio delle pariglie di buoi di ciascun carro, in cui ad una prima coppia di bovini ne viene sostituita un’altra fresca per riprendere la competizione rituale fino a giungere nel centro cittadino.
Sul carro prendono posto tre uomini – due ai lati e uno centrale – quest’ultimo chiamato “il Capocarriere”, che hanno il compito di gestire le redini e quindi la direzione del carro e dei buoi in corsa e di rendere il carro più stabile possibile.
Intorno al carro prendono posto un certo numero di uomini a cavallo: i cavalieri da dietro, utilizzando delle verghe (aste di legno di varie lunghezze dotate di pungoli) spingono il carro in corsa facilitando la gara dall’interno, mentre altri cavalieri – detti “toccatori”- affiancano i buoi ai due lati aiutandoli a tenere la direzione e correggendo eventuali scarti o problemi dell’andatura
L’insieme che ne risulta è particolarmente compatto, con un alto livello di sintonia tra le parti; i buoi sono, senza dubbio, i veri protagonisti della performance agonistica.
Si corre per un percorso che ha lunghezza di poco meno di 9 Km, per metà sterrato e per metà asfaltato, che culmina risalendo in paese, giungendo sino a passare l’arco di accesso al centro storico, che siglerà la vittoria del carro arrivato per prima ad attraversarlo.
Il primo maggio è il giorno della “laudazione” al santo: il carro vincitore della corsa parte dalla propria sede alla volta della Chiesa Madre per andare a laudare San Leo e per prendere il palio – accompagnato dal corpo bandistico che suona l’aria del Piave, con questo brano viene sottolineato il trionfo scaturito dalla vittoria della Carrese.
Il due maggio è propriamente il giorno della festa patronale: per l’occasione i tre carri sfileranno per le strade principali del paese – ma con buoi diversi da quelli utilizzati durante la competizione.
Il carro del vincitore porterà il busto del patrono, San Leo, in processione.
Notizie aggiuntive
Dopo un lungo periodo in cui generalmente si correva con i buoi delle famiglie più influenti e facoltose del paese, si passò negli ultimi anni dell’Ottocento e gli inizi del Novecento ad un sistema di carri di “partito” o di associazione in cui più famiglie si consorziavano tra loro per mantenere e preparare buoi che sempre meno venivano utilizzati nelle attività agricole e che sempre più si sarebbero specializzati nell’attività agonistica. Tra le associazioni che praticano la Carrese, quella del Carro dei “Giovani” era, almeno in origine, espressione delle famiglie più influenti della precedente proprietà terriera locale, mentre l’associazione del Carro dei “Giovanotti” era genericamente associabile, almeno alla loro nascita, alle famiglie dei contadini in precedenza impiegati nell’attività agricola dalle famiglie dei proprietari. Infine, assai più recentemente, si è venuta a creare l’associazione carristica del “Carro dei Giovanissimi” derivante da una spaccatura interna ai carri.
Cronologia
Nelle “Memorie storiche, civili ed ecclesiastiche della città e Diocesi di Larino” il Vescovo Tria fa riferimento alla presenza di processioni con carri di buoi nell’area di competenza della Diocesi di Larino,
e accenna ad una corsa di buoi con carri in San Martino in Pensilis, in onore del “Glorioso S. Leo Confessore”, specificando che la traslazione delle spoglie del monaco benedettino nella Chiesa di San Pietro Apostolo…