Denominazione

  • La faglia

Geolocalizzazione

Oratino (CB)

Percorso

La faglia viene trasportata dal punto più basso del paese, in Via Casette, fino al piazzale della chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta in Cielo, lungo un percorso di circa 500 metri.

Descrizione

Col termine faglia si indica un enorme fascio di canne, assemblate tra loro a formare una grande torcia, che può raggiungere i 13 metri di altezza, con un diametro di circa un metro, e che può raggiungere un peso di circa 20 quintali; la faglia viene trasportata a spalla lungo il paese, innalzata e accesa la sera della vigilia di Natale nel piazzale antistante la chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta (Piazza Chiesa) a Oratino. Il trasporto della faglia riunisce tutta la comunità del paese, che partecipa attivamente alle varie fasi del cerimoniale.

La faglia viene costruita nelle settimane che precedono il Natale dagli uomini del paese, che nei primi mesi dell’autunno raccolgono una grande quantità di canne palustri, poi lavorate e assemblate tra loro fino a realizzare la grande struttura. Le fasi di lavorazione si concludono la sera del 23 dicembre; la mattina del 24 dicembre è dedicata alla preparazione degli accessori necessari al trasporto (cavalletti e assi) e all’innalzamento (argani, cavi e funi). Per far sì che questa enorme struttura possa essere trasportata è, infatti, necessario fissarla su delle assi, che poi saranno poggiate sulle spalle dei portatori.

La costruzione è realizzata in maniera collettiva sotto la guida di alcuni artigiani esperti; tra questi, la famiglia Petti da decenni è un importante punto di riferimento per il paese.

Nel primo pomeriggio, intorno alle 15:30, i portatori si radunano attorno alla faglia, e assieme a loro gli altri uomini, addetti al trasporto dei cavalletti, sui quali la faglia sarà poggiata durante le soste. Sulla faglia viene issato lo stendardo del comune di Oratino, sorretto da una canna.

Circa sessanta portatori si dispongono in doppia fila ai due lati della struttura, che viene inizialmente issata e poggiata sui cavalletti; il capofaglia impartisce i comandi in modo che il gruppo proceda in maniera compatta e cadenzata, e si occupa di dirigere e agevolare gli spostamenti e le soste. Al suo segnale – intorno alle 16:00 – i portatori si piegano in avanti col corpo, posizionandosi con le spalle sotto le assi, e sollevano la struttura iniziando il cammino. La partenza costituisce una fase decisiva all’interno del cerimoniale.

Alcuni suonatori accompagnano la faglia durante il percorso, eseguendo un repertorio di musiche tradizionali; il gruppo, composto generalmente da fisarmonica, chitarra, percussioni (tra cui si registra la presenza del tamburo a frizione), contribuisce a cadenzare il cammino dei portatori e i movimenti del capofaglia.

Durante il percorso vengono effettuate alcune soste, in cui gli abitanti del paese offrono ai portatori e alla comunità cibo e bevande; anche le soste sono accompagnate dalla musica. Il momento della sosta viene coordinato dal capofaglia: al suo segnale i portatori si fermano, mentre altri uomini dall’esterno poggiano i cavalletti a terra, disponendoli a distanza uniforme sotto la faglia. I portatori si piegano, portando le assi sui cavalletti, e così facendo poggiano la faglia in sicurezza. Dopo la sosta, seguendo i comandi del capofaglia, riprendono il percorso.

In occasione della prima sosta viene fatto salire sulla faglia un cittadino, scelto dai portatori, che sarà poi portato in piedi sulla faglia durante tutto il tragitto.

Il percorso non è del tutto lineare: alcuni passaggi sono più difficili, e la faglia deve essere manovrata con grande attenzione perché possa attraversare alcuni stretti incroci tra i vicoli del paese; il passaggio più delicato è quello compiuto attraverso Porta del Piano, la porta dell’antica cinta muraria che conduce al piazzale della chiesa parrocchiale.

Raggiunto il piazzale, inizia la fase di innalzamento della faglia: questa operazione, molto delicata, è oggi effettuata sia per mezzo di scale di legno con cui la faglia viene progressivamente sollevata, sia grazie a un argano dotato di un cavo d’acciaio, e per mezzo di tiranti con cui la struttura viene ancorata al campanile e alle abitazioni circostanti.

La faglia viene dunque accesa a partire dalla sua estremità superiore, tramite un panno (imbevuto di combustibile) infuocato posto all’estremità di una lunga canna manovrata da un uomo affacciato alla cella campanaria; il momento dell’accensione è accompagnato da grida e applausi.

La faglia accesa viene poi benedetta dal parroco, alla presenza delle autorità civili del paese, e si consuma lentamente durante la notte.

Notizie aggiuntive

La raccolta delle canne viene realizzata in autunno dagli uomini del paese; tra settembre e ottobre, durante i fine settimana, gruppi di circa dieci persone raggiungono le campagne circostanti e raccolgono circa 70 fasci di canne, che vengono poi portate nella piazza del paese e mostrate alla comunità. La fase di raccolta procede per almeno 3-4 fine settimana; tutte le canne vengono poi ammassate in una località all’inizio del paese, dove nelle settimane successive saranno ripulite dalle foglie e dunque levigate. Una certa quantità di canne viene tenuta da parte per l’anno successivo: in questo modo ogni anno la faglia ha al suo interno un’anima di canne secche, che agevolano la combustione.

Successivamente si passa alla raccolta degli arbusti di ornello, particolarmente flessibili e resistenti, che vengono modellati per realizzare i cerchi (detti iattuni) entro cui le canne saranno poi assemblate; ogni cerchio ha un diametro di circa un metro. Si utilizzano tra i 25 e i 30 cerchi, posizionati a una distanza di circa 50 centimetri l’uno dall’altro, per assemblare tutta la faglia.

All’inizio di dicembre si passa poi all’assemblaggio delle canne. I primi cinque cerchi di ornello vengono posizionati in verticale e al loro interno si infilano le canne, in modo da dare una prima forma alla struttura; si procede poi con l’inserimento di altri fasci di canne, in modo che la struttura finale (la faglia) raggiunga la lunghezza di 12-13 metri.

Al centro vengono inserite le canne più secche, mentre le canne ancora verdi vengono posizionate all’esterno; la struttura della faglia deve essere molto compatta al suo interno, per questo vengono inseriti progressivamente ulteriori fasci di canne, anche per mezzi di attrezzi che servono fare spazio tra le canne e consentire nuovi inserimenti…

Cronologia

La tradizione della Faglia ha origini remote secondo la memoria orale del paese, e si inserisce all’interno dei cerimoniali con fuochi rituali che caratterizzano la notte di Natale.

La Faglia viene allestita in occasione della vigilia di Natale.

Nel 2019 è stata realizzata un’edizione primaverile della Faglia, in data 5 maggio, per consentire a turisti e visitatori di assistere a questo cerimoniale, solitamente vissuto in maniera molto raccolta all’interno della comunità di pratica durante la notte di Natale.

La manifestazione è stata sospesa nel 2020 a causa dell’emergenza Covid; nel 2021 si è svolta in forma ridotta, nel rispetto dei protocolli emergenziali: la Faglia, di dimensioni più piccole (ca. 8 metri), non è stata trasportata a mano lungo le strade del paese ma per mezzo di un trattore.

Ulteriori informazioni

Il cerimoniale della Faglia riunisce la comunità di Oratino, nelle sue varie componenti.

Fanno parte della comunità della faglia gli uomini del paese che si occupano della  raccolta delle canne e del loro assemblaggio, nonché della costruzione e del trasporto. Allo stesso modo partecipano attivamente al rituale le donne del paese, che contribuiscono alla preparazione dei banchetti offerti ai portatori durante il tragitto verso la chiesa parrocchiale. 

I più giovani sono coinvolti in tutte le fasi di preparazione, anche al fine di assicurare la trasmissione del rituale. 

Anche il pubblico che assiste al trasporto della faglia e alla sua accensione appartiene alla comunità della festa; molto spesso, in occasione del Natale, tornano in paese gli emigranti, che vengono pienamente coinvolti nel cerimoniale.  Spesso il cittadino che viene portato in piedi sulla faglia è proprio un emigrante (anche di seconda generazione) che fa ritorno in paese per la festa.

La trasmissione dell’elemento avviene in maniera informale all’interno della comunità del paese: a partire dal mese di settembre, tramite la Pro Loco, viene pubblicato un avviso che invita gli uomini del paese a partecipare alle attività di raccolta delle canne. Il gruppo che lavora alla raccolta della canne e all’assemblaggio della faglia, composto da uomini di tutte le età, lavora in maniera spontanea nei mesi tra ottobre e dicembre.

Da alcuni anni, e in particolar modo durante il periodo della pandemia, l’Associazione culturale “La faglia”, con il supporto del Comune di Oratino, ha intrapreso un percorso di valorizzazione del cerimoniale; l’associazione cura un portale dedicato alla faglia, all’interno del quale sono illustrate tutte le fasi di lavorazione della struttura. 

Tra le misure di valorizzazione bisogna ricordare l’edizione primaverile della faglia, organizzata il primo settimana di maggio, al fine di consentire ai turisti di assistere al cerimoniale.  

Nel 2021 è stato sottoscritto tra alcuni comuni molisani il protocollo d’intesa “Riti cerimoniali del fuoco”, con l’obiettivo di valorizzare il patrimonio immateriale molisano legato alle feste dei fuochi e di intraprendere azioni di salvaguardia a livello nazionale e internazionale; all’interno di questo protocollo sono riuniti i cerimoniali festivi dei comuni di Agnone, Belmonte del Sannio (con le ‘ndocce), Civitanova del Sannio (con le ‘ndocce), Montefalcone nel Sannio (con le farchie) e Oratino (con la faglia). In occasione delle azioni di valorizzazione messe in atto dal protocollo d’intesa, il 3 dicembre 2022 è stata organizzata una giornata di incontro e condivisione sul tema dei riti del fuoco molisani; vi prendono parte, oltre ai rituali menzionati, anche i comuni di Salcito (con la farchia) e Pietrabbodante (con le ‘ndocce).

Un processo di patrimonializzazione del cerimoniale della faglia è stato avviato nel 2022 dal Comune di Oratino, con l’istituzione dell’Officina Sociale “La faglia”; tra i suoi obiettivi, l’Officina Sociale promuove le azioni di valorizzazione della faglia e sta realizzando un allestimento museale e una Virtual room dedicata al cerimoniale, all’interno dei locali dell’ex ambulatorio medico comunale. Il progetto, curato dall’impresa sociale Borghi artistici SRL, è stato finanziato all’interno del Programma di Sviluppo Rurale 2014-2020 Regione Molise (Misura 19 – Sottomisura 19.2 – Azione 19.2.14 2 GAL Molise Verso il 2000 scrl  – PSL “Verso il Bio territorio intelligente, inclusivo e ospitale”). 

Il paese di Oratino è inserito all’interno del circuito del Borghi più belli d’Italia.

La Faglia di Oratino è inserita in un processo di patrimonializzazione all’interno del quale sono messe in atto, da parte del Comune e dell’Associazione “La Faglia”, numerose azioni volte a valorizzare e salvaguardare l’elemento. Una parte importante delle azioni è legata proprio alla trasmissione, presso le generazioni più giovani, delle pratiche legate al cerimoniale. 

L’elemento, dunque, non mostra particolari aspetti di rischio.

Soggetti coinvolti

Associazione culturale “La Faglia” di Oratino, Via Casette, 1 – 86010 Oratino (CB)
L’associazione è presieduta da Giovanni Brunetti. Contatti: lafagliaoratino@virgilio.it
Officina Sociale “La Faglia”, via Sotto Giardino 41, – 86010 Oratino (CB)
Pro Loco di Oratino, Piazza R. Rogati, 3 - 86010 Oratino (CB)
Contatti: proloco.oratino@gmail.com
Comune di Oratino, Piazza R. Rogati, 3 - 86010 Oratino (CB)
Contatti: comune@oratino.it

Elementi strutturali

  • Trasporto

  • Innalzamento

  • Benedizione

  • Accensione

  • Accensione del fuoco

Tag

Ambiti UNESCO

  • Riti e Pratiche Sociali

Categoria del bene

  • Festa-Cerimonia

Photo Gallery

Video Gallery

Meo, D., Riti e torce del fuoco. Falò e torce cerimoniali in Molise, Cerro al Volturno, Volturnia Edizioni, 2008, pp. 203-205

Tardio, G., Le Farchie di Fara Filiorum Petri e della zona abruzzese-molisana, S. Marco in Lamis, SMIL, 2009, pp. 56-59

Omerita Ranalli