Denominazione
Geolocalizzazione
Santa Croce di Magliano
Percorso
Non vi è un percorso specifico a cui attenersi, data la staticità dell’elemento: ad oggi l’accensione dei principali fuochi avviene nel piazzale antistante alla Chiesa Madre – Sant’Antonio di Padova, in piazza Nicola Crapsi e in piazza Guglielmo Marconi. I fuochi, inoltre, si accendono nei cortili e negli spazi sterrati contermini alle abitazioni private, distribuendosi lungo l’intero territorio comunale che si dirama dai quartieri cittadini fino alle contrade. I santacrocesi, soprattutto coloro che non sono impegnati in prima persona nell’accensione dei marauasce, sono soliti effettuare un percorso itinerante recandosi così di fuoco in fuoco: da una strada all’altra è un continuo andirivieni di persone che si ritrovano nei pressi dei fuochi fino a notte inoltrata compiendo quello che, in ultima istanza, è da considerarsi complessivamente un rito di passaggio dalla stagione invernale a quella primaverile.
Descrizione
I marauasce, fuochi rituali per San Giuseppe, si accendono la sera del 19 marzo all’imbrunire.
La catasta viene allestita nella settimana precedente la festa con legname, sterpaglie, tavolame; ha una base molto ampia, disposta su un fondo di sabbia. Le sterpaglie che verranno bruciate provengono, essenzialmente, dalla potatura degli alberi di ulivo.
Sono solitamente i più giovani a dedicarsi al reperimento degli sterpi da ardere. Gli adulti intervengono attivamente al momento di preparare la catasta da bruciare che, soprattutto se grande e larga, richiede molta cura nella disposizione.
L’accensione, poiché presenta rischi non indifferenti, è gestita dagli adulti o dai ragazzi di maggiore età.
Quando il marauasce si accende, le prime fiamme di lì a poco aumenteranno e di tanto in tanto i più abili si prodigheranno ad attizzare il fuoco affinché questo possa protendere verso il cielo fra faville scoppiettanti.
Intorno al marauasce ci si raccoglie con amici e parenti, si mangiano i maccarùne c’a megliche (maccheroni con la mollica) e si beve del vino.
Ma soprattutto ci si avvicina al fuoco seguendo il segnale di una donna – o talvolta di un uomo – che richiama l’attenzione, e invita i presenti compresi i bambini a posizionarsi in cerchio, a prendersi per mano e a dare inizio a una danza, un girotondo intorno al marauasce sulle note del canto rituale del Maichentò. Il Maichentò, fondamentalmente, è una litania: si invocano diversi santi, con un puntuale riferimento a Sant’Antonio di Padova, noto come il santo che debella i demoni.
A notte inoltrata quando i santacrocesi fanno rientro nelle proprie case, la fiamma dei marauasce si affievolisce, restano i soli cumuli di brace e di cenere a riprova dell’avvenuto compimento del rito.
Intorno alle 13.00 inizia la processione nel centro storico: il cerimoniale viene accompagnato dalla banda, i balconi vengono addobbati a festa con lenzuoli e drappeggi, dai quali i fedeli lanciano petali di rose al passaggio della statua. I davanzali sono decorati con piante e fiori dai molteplici colori, in onore del santo.
Al seguito della processione vi è il “Gruppo folk San Giovanni”, un gruppo folkloristico locale caratterizzato dall’uso di abiti che richiamano la tradizione contadina. Oltre ad accompagnare la processione, il gruppo si esibisce in piazza con balli e canti popolari, il giorno precedente o quello successivo alla festa.
Alle 18.00 c’è una seconda uscita della processione, che attraversa le due piazze del centro storico. Alle 21.00 viene organizzato un concerto in Piazza Fontana. Il cerimoniale si conclude con i fuochi pirotecnici.
La statua di San Giovanni viene lasciata fino a settembre nella chiesa madre; la prima domenica di settembre viene celebrata una messa e la statua viene di nuovo portata in processione nella borgata di San Giovanni, dove resterà fino al 24 giugno dell’anno successivo.
Negli ultimi anni però a causa dell’inagibilità della chiesa della borgata, la statua resta per tutto l’anno nella chiesa madre.
Nella piazza principale del paese vengono coinvolte le associazioni del posto che preparano degustazioni di prodotti tipici locali (formaggi, salumi, tartufi), e vengono allestiti banchi che vendono oggettistica locale e giochi per bambini.
Notizie aggiuntive
A Santa Croce di Magliano, in realtà, i marauasce ovvero i fuochi rituali connessi al culto di San Giuseppe erano in precedenza legati al culto di un altro santo, il patrono Sant’Antonio di Padova.
Il termine marauasce – di origine albanese – indica un fuoco sacro, un falò purificatore.
L’origine del termine è legata alle vicende storiche che interessarono l’area in cui oggi sorge il comune di Santa Croce di Magliano. L’area in questione, infatti, un tempo era denominata Casale, qui sopraggiunsero gli albanesi, scampati all’occupazione ottomana in Albania e Grecia, a loro poi si unirono anche gli abitanti della vicina Magliano (odierna contrada, divenuta sito d’interesse archeologico, che conserva i resti dell’antica torre, annoverata fra i simboli della comunità santacrocese)…
Cronologia
Il rito del marauasce, così come avviene oggi, è attribuibile al XX secolo.
I marauasce si accendono all’imbrunire del 19 marzo di ogni anno, giornata in cui la religione cristiana celebra la figura di San Giuseppe.
L’accensione dei marauasce non ha avuto luogo nel biennio 2020-2021 a causa della pandemia da Covid-19.
Ulteriori informazioni
Soggetti coinvolti
Elementi strutturali
Tag
Ambiti UNESCO
Categoria del bene
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La documentazione audio del seguente cerimoniale è presente a questo link.