Denominazione
Geolocalizzazione
Agnone (IS)
Percorso
Figuranti e ‘ndocciatori si radunano nel pomeriggio nei pressi dello stadio comunale; da qui prende avvio il corteo, che si snoda lungo Via G. Marconi, prosegue per via Roma e Via G. Matteotti, raggiunge Corso Vittorio Emanuele e, dopo un breve passaggio in Largo F. San Sabelli, si conclude in Via Alcide de Gasperi, dove viene allestito il Falò della fratellanza.
Descrizione
La ‘Ndocciata è un imponente corteo che attraversa il centro di Agnone in occasione della vigilia del Natale; la manifestazione, dal 1996, si tiene anche la sera dell’8 dicembre. A partire dal 2022, la ‘Ndocciata dell’8 dicembre è stata spostata al secondo sabato di dicembre, allo scopo di realizzare attorno alla manifestazione numerosi eventi collaterali.
Nel corteo sfilano i rappresentanti delle contrade storiche della città; la ‘Ndocciata è costituita da gruppi di figuranti in abito tradizionale contadino (uomini, donne e bambini) e da squadre di ‘ndocciatori, termine con cui si designano gli uomini addetti al trasporto delle ‘ndocce. Le ‘ndocce sono fiaccole portative dalla struttura di un cono rovesciato, costituite da liste di abete bianco levigato, tenute assieme tramite uno spago (anticamente veniva utilizzato un legame vegetale, costituito dai tralci di vitalba, oggi invece si ricorre ad uno spago sintetico) e riempite di rami di ginestra; ogni singola ‘ndoccia ha un’altezza di circa 3 metri, un diametro che raggiunge circa 50-60 centimetri all’estremità superiore, e un peso variabile tra i 7 e i 10 chilogrammi. La sfilata è organizzata in modo che ogni ‘ndocciatore possa trasportare un numero variabile di ‘ndocce: mentre i più giovani, e coloro che partecipano per la prima volta al rituale, trasportano generalmente una sola ‘ndoccia o al massimo una coppia di ‘ndocce, i portatori più esperti possono trasportare un numero di ‘ndocce variabile, da due a quattro a sei a otto, fino ad arrivare a ventiquattro o ventisei ‘ndocce trasportate da un singolo portatore.
Dopo la costruzione, infatti, le singole ‘ndocce vengono distribuite alle contrade, che le assemblano tra loro realizzando una struttura portativa in legno di abete, simile a un telaio, in cui le singole ‘ndocce sono disposte a raggiera lungo assi orizzontali. La struttura realizzata fa sì che la ‘ndoccia, composta da un numero variabile di elementi, possa essere letteralmente “indossata” dallo ‘ndocciatore in modo che, una volta accesa, questi possa bilanciare il peso della struttura – e il fuoco alla sua estremità – , poggiando sulle sue spalle la parte della ‘ndoccia che funge da baricentro (e spesso anche l’asse orizzontale), e impugnando con le mani una parte delle due ‘ndocce centrali in modo che la struttura sia mantenuta con sicurezza e stabilmente.
Le contrade che partecipano alla ‘Ndocciata sono cinque: Contrada “Capammònde e Capaballe”, che riunisce coloro che risiedono all’interno del paese; Contrada “Sant’Onofrio”, situata a pochi chilometri dal paese; Contrada “Guastra”, che riunisce alcune comunità di agnonesi residenti nel territorio di Capracotta; Contrada “Colle Sente”, che riunisce gli abitanti del territorio montano di Monte San Nicola di Capracotta e Montecastelbarone; Contrada “San Quirico”, che riunisce gli abitanti del territorio della vallata sottostante ad Agnone.
Il raduno delle ‘ndocce inizia nel pomeriggio dell’8 e del 24 dicembre: le ‘ndocce vengono trasportate dalle contrade con mezzi meccanici (principalmente trattori e rimorchi) e disposte lungo la strada, mentre una grande folla di visitatori, turisti, curiosi, fotografi, raggiunge il luogo del raduno per poi prendere posto lungo il percorso della sfilata. Ogni gruppo è preceduto dai figuranti della contrada, che sfilano indossando gli abiti caratteristici e gli attrezzi da lavoro della civiltà agropastorale; il corteo dei figuranti mette in scena i donativi che venivano offerti alla parrocchia in occasione del Natale: piccoli animali di allevamento (galline, conigli, agnelli), uova, prodotti della terra, produzioni lattocasearie, pane, pizze, dolci (principalmente, “ostie” e “pizzelle”). Partecipano al corteo come figuranti uomini, donne e bambini; ogni gruppo è preceduto dallo stendardo della rispettiva contrada e generalmente è accompagnato da suonatori di zampogna e ciaramella.
Anche ‘ndocciatori vestono l’abito tradizionale, caratterizzato da un mantello scuro di panno pesante (detto “cappa”), camicia e pantaloni di panno, gilet (detto “camiciola”), calze di lana e scarpe di cuoio con suola in cuoio ribattuta (Meo 2019, pp. 45-47); la suola in cuoio è un elemento non secondario per la buona riuscita della sfilata, dal momento che le ‘ndocce lasciano a terra un tappeto di brace, sul quale sarebbe molto difficile camminare con suole di gomma.
Gli ‘ndocciatori si dispongono a coppie in una lunga fila e, intorno alle diciotto, attendono il suono delle campane: dopo l’ultimo rintocco vengono accese le ‘ndocce (tramite la fiamma prodotta da una bombola a gas) e i portatori iniziano la loro sfilata.
Il corteo è introdotto dallo stendardo dell’associazione “La ‘Ndocciata – Patrimonio d’Italia per la Tradizione”. Ogni gruppo sfila secondo una medesima struttura: prima i figuranti, poi gli ‘ndocciatori; a sua volta, la squadra di ‘ndocciatori si dispone in modo da far sfilare prima le ‘ndocce più piccole, composte da uno o da pochi elementi, poi quelle più grandi.
Durante la sfilata gli ‘ndocciatori procedono camminando in lunga fila e, lungo il percorso, realizzano alcuni giochi scenici ruotando su sé stessi e facendo dunque ruotare le ‘ndocce accese; gli ‘ndocciatori più esperti realizzano delle esibizioni più articolate, vere e proprie coreografie di più elementi, in cui fanno convergere simultaneamente la base delle proprie ‘ndocce in modo da formare un grande cono rovesciato e, mantenendo le ‘ndocce inclinate, ruotano assieme in cerchio in maniera coordinata, creando un particolarissimo effetto scenico.
Il corteo si conclude in Via Alcide De Gasperi, dove le ‘ndocce vengono accatastate a formare un grande falò, detto “Falò della fratellanza”; attorno a questo fuoco gli abitati delle contrade e i turisti si riuniscono in festa.
Il corteo è composto da circa 700 persone, tra figuranti e ‘ndocciatori, che portano in corteo circa mille ‘ndocce. Una grande folla assiste alla manifestazione: in occasione della ‘Ndocciata dell’8 dicembre raggiungono il centro di Agnone numerosi gruppi di turisti, provenienti da territori più e meno vicini (ogni anno si stimano circa ventimila presenze di pubblico). Oltre alle comunità della diaspora che si ritrovano in paese per la festa, si registrano numerose presenze turistiche sia dai centri del Molise sia dalle varie regioni d’Italia. Il percorso della ‘Ndocciata è delimitato da transenne, in modo da garantire la sicurezza della manifestazione.
La ‘Ndocciata del 24 dicembre, pur avendo una struttura analoga, mostra una dimensione più raccolta e vi prendono parte principalmente le famiglie del territorio; come segno di distinzione dall’edizione dell’8 dicembre, quella del 24 dicembre è detta “‘Ndocciata della tradizione”.
Notizie aggiuntive
La costruzione delle ‘ndocce fino agli anni Sessanta era realizzata individualmente dagli ‘ndocciatori; dalla fine degli anni Sessanta la Pro Loco ha affidato la costruzione ad un’unica famiglia: attualmente si tratta della famiglia Porfilio, che realizza le ‘ndocce in Contrada Sant’Onofrio; per la ‘ndoccia si usa esclusivamente legno di abete bianco proveniente dal bosco di Montecastelbarone. Gli abeti che saranno sottoposti al taglio devono essere in cattivo stato vegetativo, perché danneggiati da fulmini o da altri elementi; la selezione degli alberi è curata dal Comune di Agnone in collaborazione con i Carabinieri Forestali. Il taglio viene effettuato nel mese di maggio, l’essiccazione nei mesi di luglio e agosto. A partire dalla metà di ottobre inizia la costruzione delle singole ‘ndocce, che poi saranno consegnate in egual numero alle squadre delle rispettive contrade.
L’assemblaggio delle ‘ndocce è invece effettuato dai gruppi delle contrade, che realizzano i telai sui quali fissare un numero variabile di torce: “Le ndocce, una volta pronte, vengono caricate dai componenti dei gruppi che si adoperano per unirle tra loro. Gli ndocciatori creano dei ventagli simili a raggi di sole che vanno da due a oltre venti elementi di fuoco, sempre in numero pari, affinché il peso sia bilanciato sulle spalle” (Meo 2019, p. 42).
La forma e il numero delle ‘ndocce hanno subito numerose variazioni negli anni; la principale variazione riguarda nei fatti l’eliminazione della competizione tra le contrade: a partire dal 1996 la ‘Ndocciata è dunque composta da un unico grande corteo in cui sfilano, una dopo l’altra, le cinque contrade storiche di Agnone. La gara delle ‘ndocce era accompagnata anche dalla sfilata di carri allegorici, oggi scomparsi.
La tradizione locale, ancora presente nelle fonti orali raccolte, vuole che le ‘ndocce servissero ai contadini per illuminare il percorso durante lo spostamento per raggiungere il centro di Agnone e assistere alla messa di Natale.
In occasione della ‘Ndocciata, oltre ai dolci tipici che vengono portati anche in corteo come donativi, nelle case agnonesi si prepara la Zuppa alla Santé, un brodo di gallina con pane tostato, piccole polpette di vitello e di formaggio e uova, interiora di gallina.
La ‘Ndocciata contemporanea viene vissuta dalle comunità che la praticano con un forte senso di appartenenza e, in un certo modo, come una forma di resistenza alle difficili condizioni del territorio; Agnone è uno dei 33 comuni dell’Area Interna “Alto Medio Sannio” individuata dalla Strategia Nazionale Aree Interne (SNAI) – Agenzia per la coesione territoriale. L’edizione del 2019 è stata segnata dall’attivismo cittadino nella difesa del presidio ospedaliero comunale: l’amministrazione comunale, la Pro Loco e l’Associazione “La ‘Ndocciata – Patrimonio d’Italia per la Tradizione” hanno promosso, attraverso la manifestazione, anche la necessità di tutelare l’Ospedale San Francesco Caracciolo di Agnone, diffondendo sui canali promozionali della manifestazione assieme all’hashtag #landocciata anche l’hashtag #saveospedalecaracciolo.
Cronologia
La ‘Ndocciata è attestata nelle fonti ottocentesche (si veda Meo 2019, pp. 11-12), ma la sua origine è da ritenersi più antica. La manifestazione, nella sua veste moderna, si fa risalire al 1932: in quell’anno fu organizzata la prima “Gara delle ‘ndocce”, a seguito dell’iniziativa promossa dal periodico «L’eco del Sannio», e grazie al contributo finanziario di alcuni cittadini agnonesi emigrati negli Stati Uniti. In questa occasione, per la prima volta, vengono istituiti tre premi: “uno individuale, da assegnare a colui che porta la torcia più bella e più ben fatta; il secondo, al gruppo più numeroso; il terzo, alla casa colonica più riccamente illuminata dalle torce”. A partire dal 1996, anno della definitiva eliminazione della gara tra le contrade, gli ‘ndocciatori sfilano insieme in un unico grande corteo.
La prima edizione dell’8 dicembre fu realizzata nel 1996 in Piazza San Pietro a Roma: in quella occasione la ‘Ndocciata di Agnone fu offerta al pontefice Giovanni Paolo II come dono per l’anniversario del suo cinquantesimo anno di sacerdozio (www.ndocciataagnone.it ). La ‘Ndocciata dell’8 dicembre è stata poi organizzata ad Agnone nel 2000, 2001, 2004, e dal 2006 si tiene regolarmente ogni anno.
La ‘Ndocciata si svolge la sera dell’8 dicembre e la sera del 24 dicembre.
A partire dal 2022 la ‘Ndocciata dell’8 dicembre è stata spostata al secondo sabato di dicembre (10 dicembre 2022).