Denominazione
Geolocalizzazione
Tufara (CB)
Percorso
Il corteo che segue la mascherata del Carnevale di Tufara percorre le principali vie del comune. Tutta la pantomima del Diavolo è caratterizzata dall’imprevedibilità e dall’improvvisazione, pertanto non è possibile delimitare un percorso precostituito. Unico elemento che si ripresenta immutato, anno dopo anno, è il luogo dove avviene il “Processo al Carnevale”, ovvero piazza Garibaldi. Il corteo che segue la mascherata del Carnevale di Tufara percorre…
Descrizione
Il Carnevale di Tufara e la pantomima legata alla maschera del Diavolo rappresentano un’importante tradizione riconosciuta a livello nazionale. I festeggiamenti del Carnevale di Tufara hanno inizio giorni prima di Martedì Grasso.
Di norma, in concomitanza o successivamente ai festeggiamenti di Sant’Antonio Abate, il 17 gennaio, si organizzano spettacoli e mascherate alle quali, oltre alle maschere zoomorfe molisane (come ad esempio L’Orso di Jelsi, Il Diavolo di Tufara ed Il Cervo di Castelnuovo al Volturno), partecipano anche maschere provenienti da tutta Italia (l’identità di quest’ultime e la loro provenienza può variare di anno in anno).
Le celebrazioni del Carnevale culminano il giorno di Martedì Grasso. I preparativi hanno inizio la mattina con la vestizione degli interpreti del “Corteo del Diavolo”, in totale sei (o talvolta sette) personaggi. “Il Corteo del Diavolo”(è così chiamato il gruppo di personaggi che accompagna il Diavolo per tutta la mascherata) è composto dal Diavolo (protagonista assoluto di tutto il Carnevale Tufarese); da due figure senza nome, vestite e truccate interamente di bianco in rappresentazione simbolica della Morte (fatta eccezione per il cappello di colore rosso e dei nastri colorati); ed altri tre personaggi definiti i Monaci, vestiti per l’appunto con costumi paragonabili a delle tuniche monacali, e con i volti tinti di nero.
Durante tutta la giornata, come vuole la tradizione, il Diavolo e gli altri protagonisti del Carnevale visitano le famiglie del paese, ricevendo in cambio vino e cibi tradizionali. Nel primo pomeriggio, orientativamente verso le 14:30 – 15:00 (gli orari possono variare di anno in anno), inizia la sfilata delle maschere “tradizionali” del carnevale Tufarese, ovvero le maschere che saranno in seguito protagoniste del “Processo al Carnevale”. Queste maschere sono: La Giuria che condannerà il Carnevale, La Madre, tradizionalmente interpretata da un uomo vestito da donna con in braccio un piccolo fantoccio simboleggiante il Carnevale futuro, Il Padre, ed infine ‘U Pisciatur (figura tipica del Carnevale, sovente rappresentata come un uomo in camicia da notte e cappello rosso, che mangia spaghetti da un pitale e beve del vino). Durante la sfilata è possibile vedere La Madre maneggiare una matassa ed intrecciare attorno ad essa un filo (in rappresentazione dell’eterno ciclo che si viene a creare tra il Carnevale passato e quello che dovrà venire), mentre U’Pisciatur offre al pubblico il vino ed il cibo che porta con sé.
Alla sfilata delle maschere tradizionali si affianca anche “Il Corteo del Diavolo”, che si esibisce nella pantomima del Diavolo. Le due figure vestite di bianco sbattono le falci che impugnano, per terra e tra di loro, saltando e urlando attorno al Diavolo, che viene trattenuto con delle catene da due Monaci. Il terzo Monaco infine apre il corteo e, facendo rintoccare una campana che porta sempre con sé, annuncia al pubblico l’arrivo del Diavolo. Durante tutta l’esibizione, il Diavolo è solito urlare e fare capriole inaspettate, si agita e si dimena. Ad oggi non vi sono limitazioni sul numero di persone che possono indossare la maschera del Diavolo ed impersonificare le rispettive figure del corteo, pertanto il giorno della festività è possibile assistere a più gruppi che si esibiscono nella pantomima.
Arrivata la sera, verso le 18:30, tutto il corteo si dirige verso Piazza Garibaldi (la piazza antistante le mura del Castello di Tufara), dove si svolge il “Processo al Carnevale”. Per il processo sono presenti tutti i personaggi. La Giuria si compone di tre soggetti: il Giudice, l’Avvocato difensore del Carvevale, e l’Avvocato dell’accusa. Durante tutto il giorno, queste figure girano per il paese, rispettivamente accusando o difendendo il Carnevale. Le accuse vengono riprese durante il processo, ed al Carnevale (o meglio ad un fantoccio che lo rappresenta) vengono addebitati tutti gli accadimenti negativi che hanno colpito il paese di Tufara durante l’anno. La Giuria dibatte il caso affacciata dal balcone del Castello, così che tutti gli spettatori in Piazza Garibaldi possano assistere. La Madre (con in braccio il piccolo Fantoccio del Carnevale futuro) ed il Padre urlano (facendo ridere la folla con battute talvolta licenziose) dalla piazza sottostante cercando, con ben poco risultato, di far scagionare il figlio. Il Carnevale, infine, viene condannato a morte e come ultimo desiderio la Giuria gli offre il vino e gli spaghetti presenti nel pitale del Pisciaturo. Ma, ad un certo punto, avviene un colpo di scena. L’Avvocato difensore inizia a mangiare gli spaghetti al posto del condannato, in segno di scherno al Carnevale, che subito dopo viene gettato dal balcone e cade nelle mani del Diavolo, che lo prende contento e lo porta con sé per poi gettarlo dalla rupe. Con la condanna a morte del Carnevale tutte le colpe della popolazione vengono espiate, affinché il paese possa iniziare il giorno successivo (il Mercoledì delle Ceneri) il periodo di Quaresima.
Notizie aggiuntive
La tradizione vuole che la pantomima sia esplicata di norma da persone di sesso maschile e di giovane età, quasi ad indicare simbolicamente un’iniziazione all’età adulta. In passato la mascherata del Diavolo e del suo corteo assumeva le caratteristiche di una questua. In prossimità del periodo di Carnevale, le famiglie erano solite riservare parte della carne e dei salumi preparati (molto spesso, infatti, veniva macellato un maiale in occasione della festività) per la venuta del Diavolo che, la mattina del martedì Grasso, girava per le case facendo bottino dei cibi che venivano offerti. Il Diavolo ed il suo corteo tutt’oggi mantengono intatta la tradizione di girovagare per le case del paese, ricevendo però in cambio vino e dolci. Un’altra importantissima differenza, rispetto alla tradizione passata, riguarda la presenza odierna di più intepreti della maschera del Diavolo, mentre originariamente, ogni anno, veniva selezionato un giovane ragazzo al quale spettava l’esclusività del ruolo.
Per quanto riguarda la composizione del costume invece, nei giorni che precedono il Carnevale iniziano i preparativi per il trattamento delle pelli di capra che comporranno la veste del Diavolo. Se le pelli sono fresche, queste vengono fatte seccare per poi essere utilizzate, altrimenti se risalgono ad anni precedenti, è necessario che vengano fatte ammorbidire prima di poterle usare. Il costume si rinnova di anno in…
Cronologia
Una prima testimonianza riguardante la maschera del Diavolo di Tufara risale al 1932 (il documento è stato trascritto nella sezione “Notizie aggiuntive/ Note”).
I festeggiamenti del Carnevale di Tufara iniziano già nelle settimane che precedono il Martedì Grasso. Tutto il comune si anima con sfilate e spettacoli ai quali si alternano le partecipazioni di svariate maschere provenienti da altre regioni Italiane. Il giorno di Carnevale, invece, si raggiunge il culmine dei festeggiamenti, va difatti in scena la pantomima del Diavolo e conseguentemente il “Processo al Carnevale”. La periodicità è annuale.