Denominazione
Geolocalizzazione
Montemitro (CB)
Percorso
La mattina della prima domenica dopo Pasqua il simulacro viene portato in processione partendo dalla Chiesa di Santa Lucia Vergine Martire; da qui il pellegrinaggio prosegue imboccando Via Castello per poi passare su Via Principe Umberto, scendere su Via Makarasa, proseguire su Via Trecroci ed infine percorrere tutta la strada comunale Santa Lucia fino alla Cappelletta di Santa Lucia…
Descrizione
La Festa della Cappella o Fešta do Kapele (in lingua croato-molisana) si svolge annualmente la prima domenica dopo Pasqua, ed è caratterizzata da una processione che, partendo dalla Chiesa Madre verso le 9:00 del mattino, conduce il simulacro della santa alla Cappelletta (una cappella votiva posta a circa 3 chilometri dal centro abitato, eretta fra 1932-34 dal parroco don Alberto Pellesi).
Il primo momento della festa della Cappella è dedicato alla vestizione della santa con gli ori e gli ex voto che nel tempo sono stati donati dalla comunità di Montemitro e da quelle limitrofe. Alla vestizione sono presenti poche donne ed il parroco. Gli ori sono custoditi in un luogo protetto, conosciuto solo dal parroco e da una delle donne, come spesso accade in simili circostanze.
Il simulacro, fatto scendere dalla nicchia in cui è posizionato durante tutto il resto dell’anno, viene portato in processione da quattro/sei donne su una macchina a spalla. Una volta conclusosi il rituale della vestizione, e posizionato il simulacro sulla macchina, la santa è pronta per uscire in processione; gli abitanti aspettano il passaggio del simulacro davanti la loro casa per aggregarsi pian piano lungo il percorso.
Altro aspetto fondamentale della festa è quello legato alla banda che segue la processione, che ha un ruolo particolarmente importante soprattutto nell’asta dei dolci.
Una volta percorso il primo tratto di strada nelle vie del borgo di Montemitro, passando da Via Trecroci si arriva sulla strada Comunale Santa Lucia, strada che conduce direttamente alla Cappelletta ed è, di fatto, parte fondamentale della processione poiché la conduce lungo la ‘Staza’. Staza è un’antica parola croata che sta a significare “Il Sentiero”: nello specifico, un sentiero di campagna molto stretto, una specie di mulattiera. In questo caso la ‘Staza’ coincide con un luogo ben preciso che rappresenta lo spartiacque fra il vecchio ‘Selo’ (Selo, nel linguaggio croato-molisano, sta a significare paese, rappresenta quindi il termine attraverso il quale la comunità croata di Montemitro identifica il primo insediamento degli schiavoni, i primi croati insediatisi in Molise), e Montemitro. Questo luogo oggi è segnato da una croce che, posizionata in un punto panoramico ben preciso, consente una vista proprio sul paese di Montemitro, insediamento che ha rappresentato per molto tempo la destinazione finale dei primi croati giunti in Molise.
Lungo questa strada incontriamo poi un altro luogo simbolico, ossia la fontana dove avvenne l’apparizione della santa a Luigi Giorgetta, cittadino di Montemitro, episodio all’origine della ricostruzione della cappella.
Una volta arrivata alla Cappella di Santa Lucia, la processione, con il simulacro in testa, compie tre giri intorno alla chiesetta per poi raggiungere l’interno, dove sarà celebrata la messa in onore della santa. Terminata la funzione, il cerimoniale prosegue con il bacio della reliquia della santa.
Successivamente, uscendo dalla cappelletta si procede alla consegna dei panini benedetti, due per persona; questo gesto rappresenta il sacrificio ed il contributo della comunità alla costruzione della cappelletta.
Tutte le famiglie di Montemitro, quindi, prendono posto nelle rispettive aree del parchetto sul fianco della Cappelletta; ogni famiglia custodisce gelosamente il proprio posto nell’area verde che si sviluppa intorno la piccola chiesa. Ha dunque inizio il pic-nic, momento nel quale si mangia e si interagisce fra famiglie, condividendo la gioia per Santa Lucia, e che precede l’asta dei dolci.
Quello dell’asta è uno dei momenti più sentiti della festa della cappella di Santa Lucia, rappresenta il momento della condivisione del cibo: ogni famiglia, infatti, prepara torte, pasticcini e dolci che verranno acquistati tramite vere e proprie offerte in denaro da parte degli stessi partecipanti. Soprattutto le nuove generazioni di montemitrani sono particolarmente legate a questo momento della festa, spesso infatti raccolgono in comune le offerte per riuscire a prendere il vassoio più conteso. Tutti i soldi raccolti durante l’asta vengono devoluti alle associazioni che si occupano della festa.
Oltre al ruolo ricoperto dalle famiglie che preparano i dolci da mettere all’asta, quello del banditore e quello della banda risultano essere fondamentali nell’impianto della festa. Il banditore è colui che dirige le trattative, e che spesso invita alcune delle persone ad alzare la posta in gioco, la banda invece, è chiamata a seguire continuamente l’andamento dell’asta senza interruzione. È significativo ed interessante constatare che questo sforzo della banda sia richiesto dal banditore e dalla comunità stessa, e che questo, alcune volte, sia stato anche motivo di attriti con le bande chiamate da altri paesi che, spesso, si trovavano a compiere uno sforzo imprevisto, non calcolato.
Una volta finita l’asta, che può durare anche parecchie ore, si procede con la processione del ritorno: riportando il simulacro fuori dalla Cappelletta e effettuando nuovamente i tre giri intorno ad essa, si ripercorre la strada comunale di Santa Lucia passando dalla ‘Staza’ fino a rientrare presso la Chiesa di Santa Lucia Vergine Martire. Una volta riposizionato il simulacro nella chiesa si procede alla messa serale che chiuderà la giornata festa.
Notizie aggiuntive
Il primo elemento da approfondire è quello della Cappella di S. Lucia, una chiesetta situata a circa tre chilometri dall’attuale centro abitato presso una sorgente chiamata “Fonte Grande” in località “Selo” (equivalente della lingua locale di Paese), dove la prima “Colonia di Santa Lucia”, proveniente dalla Dalmazia, si insediò nel 1520 circa. È probabilmente sulle vecchie fondamenta dell’insediamento che nel 1932 fu eretta la cappella per come la conosciamo oggi. Durante gli scavi per la ricostruzione della Cappelletta si è inoltre trovato, di fianco alle fondamenta della vecchia struttura, parte del cimitero del vecchio insediamento. È inoltre importante segnalare, per confermare la devozione della comunità alla santa, che prima della ricostruzione della Cappelletta, grazie alla memoria orale, si è tenuta traccia del muretto “titolato” alla Santa detto in lingua locale (‘na našo’) ‘zid do Sta Luce’, che rappresentava dunque il luogo di devozione nel vecchio insediamento in assenza della Cappelletta.
Secondo elemento da segnalare è il simulacro di Santa Lucia, risalente al XVIII secolo; di bottega molisana, scolpito in legno, modellato in cartapesta, dipinto in porcellana, misura 67 x 103 x 53, ed è posizionato nella nicchia del presbiterio, a destra dell’altare. La santa, raffigurata a mezza figura, presenta gli attributi…
Cronologia
La festa della Cappella di Santa Lucia, stando ai documenti ed alle fonti orali raccolte nel tempo, vede la sua prima edizione nel 1932: la data è riportata nel registro contabile della Parrocchia di Montemitro, registro che tutt’oggi viene conservato nell’archivio della chiesa madre.
La festa si svolge ogni anno, dal 1936, la prima domenica dopo Pasqua. Come visto in precedenza, e come attesta il registro contabile della Parrocchia, prima del 1936 la festa veniva festeggiata il 10 aprile, ma a seguito di un decreto del vescovo dell’epoca si vietò di celebrare feste dedicate ai santi patroni durante la Quaresima.
Ulteriori informazioni
Soggetti coinvolti
Elementi strutturali
Tag
Ambiti UNESCO
Categoria del bene
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La documentazione audio del seguente cerimoniale è presente a questo link.