Denominazione
Geolocalizzazione
Riccia (CB)
Percorso
La partenza dei carri allegorici avviene presso il piazzale antistante la Chiesa della Beata Vergine del Carmine. La sfilata scende per via Vittorio Emanuele, per poi risalire Corso Carmine, Via Roma e Via Feudo, dove i carri inizieranno a girare per tornare indietro attraverso Via Calemme. I carri intraprendono una breve deviazione per Via Guglielmo Marconi, e girano attorno piazza Umberto I. Ripercorrono quindi Via Roma, ritornano in Piazza Sedati e si posizionano in Corso Carmine, Via Costanza di Chiaromonte.
Descrizione
La Festa dell’Uva è una festività molto sentita nel comune di Riccia, unico comune molisano a mantenere ancora intatta questa tradizione; la festa si concentra su più giornate e si conclude con la sfilata dei carri allegorici, fissata alla seconda domenica di settembre (nel 2022 si è dunque svolta domenica 11 settembre).
Tradizionalmente, il giorno antecedente la sfilata dei carri ha luogo la processione della Madonna del Rosario, la cui icona verrà poi esposta anche sui carri. Il giorno della sfilata l’intero paese viene chiuso al traffico e vengono allestiti parcheggi all’ingresso del paese; i visitatori, dunque, si incamminano in direzione dei varchi di accesso al paese: qui, dopo aver acquistato il biglietto di ingresso, potranno ricevere un bicchiere di ceramica, che sarà utilizzato per il vino offerto durante la sfilata.
I carri, tutti a trazione meccanica, partono intorno alle 14:30 dal piazzale antistante la Chiesa della Beata Vergine del Carmine. La sfilata attraversa Via Vittorio Emanuele, risale per Corso Carmine, Via Roma e Via Feudo, dove i carri torneranno indietro attraverso Via Calemme. La sfilata devia brevemente per Via Guglielmo Marconi, arrivando a girare attorno piazza Umberto I, e ritornando quindi in Via Roma. A questo punto i carri ritornano in Piazza Sedati e si posizionano in Corso Carmine, Via Costanza di Chiaromonte.
I carri allegorici sono accompagnati da figuranti in abito tradizionale, sbandieratori, gruppi musicali (orchestrine folk e street band).
I carri e l’uva rappresentano gli elementi centrali della festa. La maggior parte dei carri è addobbata con motivi che richiamano l’uva e il vino; si tratta di vere e proprie composizioni artistiche, tutte diverse tra di loro. L’allestimento è frutto di intere giornate di lavoro, e molto particolari risultano le incastonature di acini d’uva che vanno a rivestire i carri. All’interno di ogni carro sono rappresentate scene di vita tradizionale contadina. Uomini e donne indossano gli abiti della tradizione e offrono ai passanti cibo e vino. Sui carri, inoltre, vengono messi in mostra gli attrezzi di lavoro della tradizione agropastorale. Di tanto in tanto si possono scorgere gli anziani sui carri giocare a carte, mentre i giovani ballano e cantano. Una gran folla assiste alla sfilata.
Il giorno successivo alla sfilata si tiene la premiazione dei carri, in Piazza Sedati.
Ogni anno il “Comitato Festa dell’Uva” presenta un’iniziativa volta a favorire il riconoscimento dei carri. Per la novantesima edizione i carri sono risultati facilmente individuabili dai passanti, grazie al QR-Code identificativo posto sulla fiancata. Non tutti i partecipanti hanno però aderito all’iniziativa. Di seguito l’elenco dei carri aderenti e presentati in concorso, così come indicato dal portale del sito ufficiale “Festa dell’Uva”:
- – Carro n.1, “Il carillon del ricordo”
- – Carro n.2, “Ma là dove c’è il pericolo, cresce anche ciò che salva”
- – Carro n.4, “… Paolina c’è!”
- Carro n.5, “L’Ape è vita”
- Carro n.6, “… ripartiamo da dove eravamo rimasti”
- Carro n.8, “Festeggiare insieme 90 anni della festa dell’uva!”
- Carro n.10, “La Semplicità”
- Carro n.11, “Emigrazione degli anni 60”
- Carro n.12, “La Rosa”
- Carro n.14, “L’antica Cina.”
- “Vinolandia”, Carro ispirato ai Puffi
Notizie aggiuntive
La “Festa dell’Uva di Riccia” si inserisce all’interno del processo di esaltazione del folklore nazionale promosso dal fascismo sin dagli anni Venti; in molti centri della penisola furono infatti organizzate, per mezzo dell’Opera Nazionale Dopolavoro, delle sagre dell’uva.
Il 28 settembre 1930 fu organizzata la prima “Festa Nazionale dell’Uva”, nel segno delle politiche autarchiche del Ventennio; anche il prefetto di Campobasso, in una circolare del 14 agosto dello stesso anno, aveva comunicato a tutti i podestà dei paesi limitrofi l’istituzione della festività legata alla produzione viticola: “Prego, pertanto, le SS. LL. di curare che la festa sia organizzata nel miglior modo secondo le direttive di cui all’accluso programma e che essa abbia completo successo. […] Attendo un cenno di comunicazione, non oltre il 30 corrente mese dell’avvenuta costituzione del Comitato locale con la indicazione delle generalità dei singoli componenti” (Presutti – Santoriello 2005)…
Cronologia
L’origine della manifestazione coincide con l’istituzione da parte del governo fascista, il 28 settembre 1930, della prima “Festa Nazionale dell’Uva”; non è chiaro se a Riccia la prima edizione si sia tenuta nel 1931 o nel 1932.
La festività presenta una ricorrenza annuale; sin dagli anni Ottanta, la data è stata fissata alla seconda domenica di settembre. La novantesima edizione si è tenuta l’11 settembre 2022.